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Consigli di lettura per il mese di luglio - seconda parte

Consigli di lettura per il mese in corso

I quattro cantoni, di Gabriella Genisi

Collocazione 8G GEN 

Bari, inizio di dicembre, mancano pochi giorni a San Nicola. Mentre la commissaria Lolita Lobosco e il suo nuovo amore Giancarlo Caruso si godono la notte in una casetta di pescatori a Polignano, nella vicina Torre a Mare un uomo viene ammazzato nella sua villetta; sul corposaranno trovate tracce di orrende sevizie. La sera dopo, una Mercedes scura cerca di sfuggire a un posto di blocco e si schianta contro un muro: due uomini di etnia rom, padre e figlio, muoiono sul colpo. Quando si scopre che il dna di uno dei due era anche sulla scena del crimine, il caso sembra chiuso, ma l'origine etnica dei presunti assassini non fa che soffiare sul fuoco di un clima di odio e razzismo strisciante. Solo Lolita – che continua a dividere le sue passioni tra relazioni complicate, cucina del Sud e dedizione alla giustizia – non è convinta dell’esito delle indagini: alcuni dettagli non quadrano proprio. Tanto più che inspiegabili delitti, nelle settimane seguenti, cominciano a insanguinare la città. Un filo sembra legare queste morti misteriose, e la bella commissaria cercherà cercherà di dipanarlo a rischio della sua carriera, e della sua stessa vita. In una Puglia fascinosa e crepuscolare, va in scena una nuova avventura della spavalda poliziotta barese, che la consacra come originale protagonista della commedia noir all'italiana. 

  Solitudine, di Mattia Ferraresi  

Collocazione 302.5 FER

Da decenni la sociologia e le scienze umane analizzano il progressivo disgregarsi dei legami e delle relazioni. Non stupisce dunque che la solitudine sia considerata una delle maggiori insidie della nostra epoca. Media e opinione pubblica la descrivono come un morbo da combattere. Governi e istituzioni per la salute pubblica si sono mobilitati. In pochi, però, sottolineano che la situazione contemporanea è il frutto di una precisa evoluzione storica. Mattia Ferraresi indaga con straordinaria lucidità le radici di questo fenomeno. E illumina il colossale paradosso che lo ha generato: lo scardinamento delle connessioni profonde con l'altro è, infatti, al cuore del progetto di emancipazione della modernità. Proprio il modello liberale ha posto le basi per una società fatta di soggetti che hanno scelto la solitudine quale via maestra verso l'autocompimento. Nel divincolarsi dalle autorità, dalle gerarchie e dalle costrizioni tradizionali che lo opprimevano, l'uomo moderno si è cosí ritrovato solo. Il suo ideale di liberazione si è trasformato, oggi, in una prigionia. 

 

La locanda del Gatto nero,di Yokomizo Seishi                                                             

Collocazione 895.6 YOK   

È la mezzanotte del 20 marzo 1952. Un ufficiale di polizia attraversa in bicicletta i sobborghi della periferia di Tokyo. Nei pressi della locanda del Gatto nero, da poco chiusa, nota un monaco che scava nel cortile di un tempio adiacente. Incuriosito, lo spia dal recinto esterno e dal terreno vede emergere il cadavere di una donna dal volto completamente sfigurato. Di lei non si sa niente. È nuda e con una parrucca, e le analisi rivelano che la causa della morte è una ferita alla testa provocata da un corpo contundente. Nella fossa è stata rinvenuta anche la carcassa di un gatto nero. La polizia indaga tra i vecchi gestori della locanda, facendo affiorare uno scenario ricco di sorprese. L'ex proprietario, la moglie, una ballerina e un imprenditore, amanti dei due coniugi: tra di loro forse c'è il colpevole, ma anche la vittima, la cui identità è del tutto ignota. L'intervento di Kindaichi Kōsuke, che si interessa al caso, potrebbe essere fondamentale. Questo nuovo episodio è un caso di omicidio «senza volto» che presenta altresì il tema della doppia personalità, un interesse di Yokomizo che nasce dai suoi influssi letterari occidentali, da Edgar Allan Poe a Oscar Wilde a Robert Louis Stevenson. Il romanzo, pubblicato nel dicembre del 1947 su rivista, attrasse da subito l'attenzione del pubblico, confermando il successo del giovane Yokomizo nel nuovo panorama letterario noir giapponese.   

                                                                                                                           Novantanove notti nel Lowgar, di Jamil Jan Kochai

                                                                                                                                                             Collocazione 813.6 KOC

Marwand è un dodicenne di origini afgane cresciuto negli Stati Uniti e in tutto e per tutto simile ai suoi coetanei americani. Ma quando la famiglia lo riporta nella terra degli antenati, di cui non parla la lingua ma a cui si sente indissolubilmente legato, per lui comincia l'avventura. Sulle tracce del cane Budabash, che gli ha morso un dito ed è fuggito nella notte, questo Huckleberry Finn contemporaneo s'imbarca in un viaggio picaresco ed esilarante, pieno di sorprese, pericoli e incontri, fra i vicoli di un villaggio magico e senza tempo ma segnato dalla guerra. Lowgar, Afghanistan: un luogo lontano, di cui forse nessuno conoscerebbe l'esistenza se non fosse il teatro di una guerra che si trascina inesorabile da anni. È quella la terra d'origine del dodicenne Marwand e della sua famiglia, che decide di tornarvi dopo anni dal trasferimento negli Stati Uniti. Per Marwand il ritorno è come una nuova partenza: difficile integrarsi in una terra che quasi non riconosce e di cui non sa piú comprendere né parlare le diverse lingue. Perfino il suo vecchio lupo-cane Budabash sembra averlo dimenticato, e da mite guardiano del compound, un tempo quasi indifferente agli scherzi e alle provocazioni, si è ora trasformato in una creatura sfuggente, impossibile da catturare persino con la macchina fotografica, e feroce al punto da strappargli via un dito con un morso e poi scomparire. E cosí per Marwand e per i suoi giovani zii-cugini inizia l'avventura. Lasciando di nascosto il compound in cui vivono, i ragazzi intraprendono un cammino fra luoghi e personaggi che raccontano con acume e vivacità la vita quotidiana in Afghanistan mentre testimoniano il passaggio lungo della guerra in quel paese. La presenza dell'esercito americano, dei talebani, e dei militari sovietici che li hanno preceduti trapela dall'eco delle bombe che esplodono fra le montagne, dalle voragini lasciate sui muri dei compound, ma soprattutto dai racconti sospesi tra mito e leggenda che ogni abitante della zona sembra custodire come un tesoro prezioso. I quattro ragazzini si perderanno nei vicoli che sono trama e ordito dei loro villaggi, soccomberanno al caldo, alla sete e alla diarrea, sulle tracce sempre piú evanescenti di Budabash, moderno Minotauro in un labirinto di lingue sconosciute oltre che di vicoli e muri d'argilla. Il senso di vertigine che ne deriva ci avvicina al protagonista di questo romanzo di formazione a metà strada fra Le mille e una notte e Le avventure di Huckleberry Finn , e ci aiuta a vedere con i suoi occhi la terribile bellezza di quella terra, la complessità delle relazioni umane, la profondità delle tradizioni e della spiritualità. Senza perdere la magica capacità di farci sorridere a ogni pagina. «Un'avventura ingegnosa e avvincente, a tratti allegorica, nella voce autentica e potente di un ragazzo americano cresciuto all'ombra di antichi cantastorie afgani».

Prima di noi, di Giorgio Fontana
 
Collocazione 853.9 FON
 
Una famiglia del Nord Italia, tra l’inizio di un secolo e l’avvento di un altro. La metamorfosi continua della specie, che nasce contadina, diventa proletaria e poi borghese, e poi chissà. L’esodo e la deriva, dalla montagna alla pianura, dal borgo alla periferia, dalla provincia alla metropoli. Il tempo che scorre, il passato che impasta il destino, la nebbia che sale dal futuro; in mezzo un presente che sembra durare per sempre, l’unico orizzonte visibile, teatro delle possibilità e gabbia dei desideri. È questo il paesaggio in cui vivono e muoiono i Sartori da quando il primo di loro fugge dall’esercito dopo la ritirata di Caporetto e incontra una ragazza in un casale di campagna. Fino ai giorni nostri, quelli di una giovane donna che visita la tomba del suo bisnonno. Quattro generazioni, dal 1917 al 2012, dal Friuli rurale alla Milano contemporanea, dalle guerre mondiali alla ricostruzione alla globalizzazione, dal lavoro nei campi alle scrivanie delle multinazionali. È circa un secolo, che mai diventa breve: per i Sartori contiene tutto, la colpa, la vergogna, la rabbia, la frenesia, la stasi. Sempre la lotta e quasi mai la calma, o la sensazione definitiva della felicità. Ma i Sartori non ne hanno bisogno, e forse non ci credono neppure nella felicità. Perché se ogni posto nel mondo è una merda, è meglio imparare a vivere, e stare lì dove la vita ci manda. Romanzo storico e corale, vasto ritratto narrativo del Novecento italiano, forse il primo di uno scrittore sotto i quarant’anni, il racconto dei Sartori affronta il fardello di un’eredità che sembra andata in malora. Se gli errori e le sfortune dei padri ricadono sui figli, come liberarsene? Esiste una forza originaria capace di condannare una stirpe alla solitudine? La risposta a queste domande è nella voce di un secolo nuovo, e nello sguardo di chi si accinge a viverlo.
 
L' arte della lentezza, di Véronique Aïache
 
Collocazione 158.1 AIA
 
Fin dalla tenera età veniamo sottoposti a orari, scadenze e regole che ci costringono a comprimere i nostri ritmi di vita, nella convinzione che il tempo non vada sprecato e che la quantità sia lungamente più importante della qualità. L'autrice di questo piccolo ma prezioso volume, Véronique Aïache, ci aiuta a riflettere su questo presupposto e a riconoscere i pericoli dell'urgenza, quella che ci impone il mondo e quella che imponiamo a noi stessi, per mostrarci una filosofia di vita, la "slow attitude", basata invece sul prendersi il proprio tempo e sul decelerare il ritmo frenetico delle nostre vite stressanti. Attraverso una serie di tecniche e consigli «L'arte della lentezza» ci insegna a disconnetterci dal mondo esterno e a riconnetterci con noi stessi.
 
L' angelo dell'abisso, di Pierre Bordage
 
Collocazione 843.9 BOR
 
L'Europa è devastata da una nuova crociata e la pace, in realtà un'effimera tregua, è assicurata solo dalla figura del leggendario Arcangelo Michele, fondamentalista blindato nella sua roccaforte in Romania, e dalle sue legioni, forti del sostegno popolare. La democrazia è solo un ricordo, dall'America in crisi non arrivano più fondi, e i cieli sono solcati da bombardieri che turbano il sonno degli europei. In questo scenario da apocalisse, il dodicenne Pibe, sopravvissuto per miracolo, si ritrova all'improvviso orfano tra le macerie ancora fumanti della sua casa. Tra i giovani saccheggiatori accorsi nel tentativo di procurarsi cibo, abiti e denaro, e i miliziani che tentano di eliminarli, Pibe sceglie di seguire la banda degli adolescenti. Incontra così Stef, una ragazzina di pochi anni più grande di lui, dalla personalità bizzarra e dalle risorse infinite: di una bellezza pura e conturbante, scaltra, forse un po' veggente, misteriosa. Pibe ne resta subito ammaliato e la segue senza sapere perché. La loro meta, Pibe la scoprirà solo dopo un lungo viaggio verso oriente, e verso la verità. Tra distopia e realtà, L'angelo dell'abisso è un romanzo di azione e riflessione sui mali del nostro tempo e le loro possibili conseguenze, raccontato attraverso lo sguardo senza filtri del suo giovanissimo protagonista.
 
I bambini di Svevia, di Romina Casagrande
 
Collocazione 853.92 CAS
 
Protetta dalle mura di una casa nascosta dal rampicante, Edna aspetta un segno. Da sempre sogna il giorno in cui potrà mantenere la parola data. L’unico a farle compagnia è Emil, un pappagallo dalle grandi ali blu. Non le è mai servito altro. Fino a quando una notizia la costringe a uscire dall’ombra e a mettersi in viaggio. È arrivato il momento di tener fede a una promessa a lungo disattesa. Una promessa che lega il suo destino a quello dell’amico Jacob, che non vede da quando erano bambini. Da quando, come migliaia di coetanei, furono costretti ad affrontare un terribile viaggio a piedi attraverso le montagne per raggiungere le fattorie dell’Alta Svevia ed essere venduti nei mercati del bestiame. Scappati dalla povertà, credevano di trovare prati verdi e tavole imbandite, e invece non ebbero che duro lavoro e un tozzo di pane. Li chiamavano «bambini di Svevia». In quel presente così infausto, Edna scoprì una luce: Jacob. La loro amicizia è viva nel suo cuore, così come i fantasmi di cui non ha mai parlato. Ma ora che ha ritrovato Jacob, è tempo di saldare il suo debito e di raccontare all’amico d’infanzia l’unica verità in grado di salvarli. Per riuscirci, Edna deve tornare dove tutto ha avuto inizio per capire se è possibile perdonarsi e ricominciare. Lungo antiche strade romane e sentieri dei pellegrini, ogni passo condurrà Edna a riscoprire la sorpresa della vita, ma al contempo la avvicinerà a un passato minaccioso. Perché anche la fiaba più bella nasconde una cupa, insidiosa verità. I bambini di Svevia è un romanzo indimenticabile. Per la capacità di leggere l’animo umano con profondità ed empatia. Per il coraggio di far luce su un capitolo poco conosciuto della storia italiana, quello dei bambini che, per tre secoli e fino alla seconda guerra mondiale, venivano venduti dalle famiglie per lavorare nelle fattorie dell’Alta Svevia. Per la protagonista, Edna, un personaggio vivido e coinvolgente. Una storia che è un tuffo in un mondo in cui la natura dice più delle parole e in un passato dimenticato che chiedeva di essere raccontato.
 
La mischia, di Valentina Maini
 
Collocazione 853.92 MAI
 
Siamo nel 2007 in una Bilbao psichedelica, sfinita dagli ultimi fendenti del terrorismo basco. Gorane e Jokin hanno venticinque anni, sono gemelli e figli di due militanti dell’ETA. Cresciuti senza regole, prendono direzioni opposte e complementari: del tutto accondiscendente e passivo, Jokin, batterista eroinomane, sembra ricalcare le orme dei genitori, mentre Gorane, ambigua e introversa, prova a scostarsi dal loro insegnamento rifugiandosi in un mondo astratto che prosegue dentro di sé. A unirli però c’è un sentimento viscerale, anarchico, incomprimibile. Quando Jokin – che non regge più alla pressione – fugge e i genitori vengono coinvolti in una tragica vicenda, Gorane è preda di strane allucinazioni che la costringono ad andare da uno psichiatra. A Parigi Jokin conosce Germana, una splendida ragazza italofrancese con bizzarre manie da piromane, e inizia a suonare in giro per locali con un gruppo drum’n’bass. Eppure, nonostante la distanza fisica, le vite dei gemelli sembrano destinate a non separarsi mai. Sarà infatti il romanzo di uno scrittore francese a ricongiungerli. La mischia è un’opera polifonica, un mondo che collega la realtà ai nostri sogni più reconditi, un mondo dove l’unica forza trainante sembra essere quella cieca della violenza. Può la libertà – fragile e illusoria conquista del nostro tempo – rivelarsi uno strumento di tortura che occulta gabbie che non avevamo previsto? Valentina Maini risponde con le pagine di questo esordio sorprendente – una rete di storie che coinvolgono famiglie borghesi, spacciatori, maniaci, scrittori, tagliatori di valigie, cartomanti e donne delle pulizie – e lo fa con la decisione di Roberto Bolaño e Mathias Énard: guardando il caos dritto negli occhi.
 
Non superare le dosi consigliate, di Costanza Rizzocasa D'Ordogna
 
Collocazione 853.92 RIZ
 
C’è un peso che non si può perdere, anche quando l’hai perso tutto. Matilde lo sa: la mamma, bulimica, passa le giornate a vomitare; lei ha cominciato a ingrassare quando aveva sei anni ed è affamata da una vita. A scuola elemosina biscotti, a casa ruba il pane, e intanto sogna che le taglino la mano. Ottanta chili a sedici anni, a diciotto quarantotto; Matilde va in America a studiare, splende, ma la fame e la paura le vengono dietro. Finché, dopo la morte della madre, il tracollo finanziario del padre e una relazione violenta, supera i centotrenta chili. E quando esce, c’è sempre qualcuno che la guarda con disprezzo. Allora Matilde si chiude in casa per tre anni, e sui social si finge normale. Ma che vuol dire normale?
 
 
 
 
 
 
Responsabile della pagina Giulia Sampieri