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Pirelli in cento immagini

Mostra fotografica dedicata alla storia dell'immagine dell'Industria Pirelli.
Presso la Biblioteca Archimede, 18 gennaio-1 maggio 2017
 
Orari di apertura
 
La mostra è visitabile durante l'orario di apertura della biblioteca:
  • dal Lunedì al Venerdì dalle 9.00 alle 19.30
  • sabato dalle 9.00 alle 19.00
  • domenica dalle 15.30 alle 19.00
    (escluse le festività)
Ingresso libero
 
PERCORSO ESPOSITIVO
Una mostra in cento immagini. Per raccontare, tra storia e attualità, un’impresa italiana e internazionale. Con forti radici nei territori delle sue attività, come a Settimo Torinese. E linee di produzione e laboratori di ricerca in molti paesi del mondo. Questa è una fabbrica: manifattura di qualità, innovazione, lavoro, persone che si muovono insieme, comunità. Ci sono, in queste immagini tratte dall’Archivio Storico della Fondazione Pirelli, la cultura dell’industria, la cura per i prodotti d’eccellenza, l’attenzione per le relazioni tra uomini e donne che, appunto in fabbrica, condividono un percorso comune di crescita. Gli stabilimenti. Le macchine. Gli oggetti, i pneumatici. E il loro uso. Nella vita quotidiana. E nelle competizioni sportive sempre più impegnative. La loro rappresentazione, tra pubblicità, opere d’arte e foto d’autore. E tutti gli ambiti di una sofisticata comunicazione. Sino al Calendario Pirelli. Passione per la bellezza. E per la qualità. 
 
Qualche anticipazione sul percorso espositivo.
 
Un P lunga oltre 140 anni
Il primo stabilimento Pirelli sorge alla periferia di Milano. Corre l’anno 1872: i prodotti sono cinghie, tubi, tessuti gommati; il logo quello con la stella e le lettere P&CM, Pirelli & C. Milano. Tutte meraviglie industriali di caucciù mostrate all'Expo del 1906. Poi arrivano i pneumatici: in esposizione al Salone di Parigi del 1921. Intanto l’azienda diventa internazionale: Spagna, poi Inghilterra, e poi ancora le piantagioni di alberi della gomma a Giava. Negli anni Cinquanta il Cinturato “corre” a Torino, prima sulle pubblicità dei tram e poi al Salone dell'Automobile, dove il designer Bob Noorda si ferma a contemplare il “suo” stand, progettato per Pirelli. Nel 1961 Torino celebra l'Unità d'Italia all’Esposizione Internazionale del lavoro: la rivista “Pirelli” dedica allora all’Expo un ampio reportage con fotografie di Ugo Mulas. Tra queste, l’immagine del mosaico realizzato su bozzetto di Renato Guttuso, che racconta ancora oggi per Pirelli la Ricerca Scientifica. 
 
La fabbrica degli artisti
Al pittore Fulvio Bianconi dicono: "Vai in fabbrica. Guarda, ascolta. E poi disegna". Sulla rivista “Pirelli” vengono poi pubblicate le sue tavole ispirate dai reparti, tra mescolatori e vulcanizzatori. Avrà Bianconi forse incontrato nei corridoi della fabbrica Ernesto Treccani, armato di tela e pennelli, anche lui sulle tracce del lavoro operaio? Si  affida invece alla macchina fotografica l'olandese Arno Hammacher, fermando in uno scatto, nel 1962, mani e pneumatici nello stabilimento di Settimo Torinese. 
 
Quasi cinquant'anni dopo un altro fotografo, Carlo Furgeri Gilbert, torna a Settimo per le immagini del nuovo Polo Industriale in costruzione. E’ ancora Carlo Furgeri a fotografare la fabbrica, ed è giusto ieri. E' la fabbrica “bella” e tecnologica, dei ciliegi e della luce. Settimo: una fabbrica aperta. Dove le parole diventano teatro, i suoni musica.
 
Si va che è un incanto 
Ci sono due ali di folla quel giorno di agosto del 1907 a Parigi, a festeggiare la vittoria del raid partito da Pechino. Hanno vinto il Principe Scipione Borghese e il grande giornalista Luigi Barzini, ha vinto la Itala, hanno vinto i pneumatici Pirelli. Da allora Pirelli non si è più fermata. Sfreccia a Monza l'Alfa Romeo di Brilli Peri, andando a vincere il Mondiale Grand Prix del 1925. Pirelli trionfa anche su quattro e su due ruote, dal Giro d'Italia alla 6 Giorni di Sanremo. Poi gli anni Cinquanta: il mondo va pazzo per le corse. Da Brescia a Brescia sono Mille Miglia, passando da Roma. E’ il momento di Alberto Ascari: due Mondiali di Formula 1 vinti da Pirelli con lui e la Ferrari. Negli stessi anni il campione Alfredo Binda organizza il Gran Premio Pirelli, gara dilettantistica e trampolino verso il successo nel ciclismo che conta. Oggi continuiamo a correre e a vincere: che sia F1, Rally, Superbike o Motocross. E si guarda al domani.
 
Una Musa tra le ruote 
Il rapporto tra Pirelli e il mondo dell’arte risale agli inizi della sua storia, dalle rappresentazioni degli stabilimenti di fine Ottocento alle prime campagne pubblicitarie d’artista. L’illustratore Roowy nel 1914 “disegna” per Pirelli nel segno del Futurismo, ed è grandioso lo Stella Bianca immaginato da Renzo Bassi nel 1931, così come le suole Coria disegnate più tardi da Bruno Munari, e i pneumatici per lo scooter interpretati da  Max Huber. Eleganti gli impermeabili di Jeanne Grignani, stile Peynet gli innamorati sotto la neve di Alessandro Mendini. E’ quasi un astronauta il pilota dentro il pneumatico di Raymond Savignac, nel 1953, mentre a Bob Noorda bastano pochi segni per fare un abete che ci parla di pneumatici “Inverno”. Riccardo Manzi nel 1961 racconta il Cinturato con i suoi omini "a occhi chiusi". Poi una P Lunga fatta di automobili segna il passaggio al Moderno: sta per arrivare Carl Lewis con il “Controllo della Potenza”. Oggi il design “va a Bilancio”: artisti come Stefan Glerum, o Pokras Lampas sono chiamati a illustrare gli Annual Report di Pirelli. Pagine che continuano a raccontare una storia di creatività e di stile.
 
Elogio della bellezza
Da sempre la bellezza ha ispirato gli artisti che hanno collaborato con Pirelli. Negli anni Cinquanta le ragazze viaggiano su motociclette Bianchi gommate Pirelli, e Lucia Bosè affronta il Cinema con una bella valigia Coria. Esplosiva Marilyn Monroe in costume rosa Lastex nel 1952, mentre Marisa Allasio rivendica il suo ruolo di "povera ma bella" al Rally del Cinema nel 1957. "Vado e Torno" è una rivista con donne meravigliose in copertina come Sofia Loren, o Brigitte Bardot, o Claudia Cardinale. Lora Lamm disegna ragazze libere, in sella a uno scooter; Massimo Vignelli le immagina a braccia alzate in bicicletta. Sempre con pneumatici Pirelli.  Irrompe il fotografo Mulas nel 1966: sguardo attento su un libro per la ragazza del Cinturato. In anni più recenti Sharon Stone scende dall'aereo e conquista il volante. Ed è subito “Driving Instinct”. La bellezza per Pirelli è naturalmente anche “Il Calendario”. Ma questa è un’altra storia...